La risposta è lo Yemen. E' stato un viaggio bellissimo, vissuto con entusiasmo, meraviglia e anche con una certa apprensione, irripetibile perché ad oggi (e credo per un po' di tempo) il paese non è accessibile al turismo.
Ai tempi avevo scritto un testo per la rivista di "Avventure nel Mondo". Di seguito c'è una parte di quel racconto di viaggio, come l'avevo vissuto io.
Buona lettura
Qatia (leggete e capirete)
"Yemen, Dicembre 2000
Quando ho iniziato
a viaggiare tutto il mondo era a mia disposizione.
Talvolta però avevo
la strana sensazione che non fossi io a scegliere dove andare, ma che fosse il
viaggio che scegliesse me. Questo è capitato soprattutto per lo Yemen.
Ne avevo sentito
parlare da un compagno di viaggio in India che me l’aveva descritto magnifico,
sporco e pericoloso. Avevo immaginato montagne di immondizia, strade asfaltate
con i rifiuti, sparatorie ad ogni angolo. I rapimenti, poi, erano un ottimo
deterrente e dentro di me avevo sentenziato: “lo Yemen sarà anche bello, ma io
non ci andrò mai”.
Una sera d’inverno
lo Yemen mi ha scelta, complice la telefonata di un amico: il suo entusiasmo mi
ha fatto superare i dubbi e i timori, e ha fatto nascere in me la certezza che
sarebbe andato tutto bene.
In meno di 24 ore
mi sono iscritta al viaggio e due settimane dopo sono atterrata a Sanaa,
quando fuori era ancora buio. Fuori dal finestrino dell’aereo c’era una città
pallida, con le fioche luci verdi dei minareti e i fari di poche macchine che
tracciavano scie nell’oscurità delle strade.
In aeroporto ho
visto i primi yemeniti con le guance deformate, intenti a masticare il qat, la
droga nazionale. Ogni volta che pronunciavo il mio nome, la gente mi guardava
perplessa: l’assonanza di Katia con Qat probabilmente doveva sembragli
bizzarra, forse avrebbero voluto chiedermi come mai i miei genitori come
avessero scelto per me un nome che ricorda uno stupefacente.
Ripensando a quei
giorni, stupefacente è la parola più adatta per descrivere lo Yemen.
Stupefacente come
sinonimo di straordinario, di unico e incredibile. Non esiste al mondo una
città più affascinante e incantata di Sana’a. Camminare nella città vecchia è
tornare indietro nel tempo, e aspettarsi Sherazade. Stando alla tradizione, la
fondazione di Sana'a risalirebbe a tempi biblici e fu opera di Sam, figlio
maggiore di Noè. Non sembra essere cambiato molto da allora: ci sono ancora le
finestre in alabastro, utilizzato quando il vetro non era disponibile. Nei
vicoli ti aspetti di incontrare Sherazade, pronta a raccontare al sultano la
sua storia come nelle “Mille e una notte”.
Stupefacente anche
come una droga che dà dipendenza, perché lo Yemen è come il qat: è amaro e devi
masticare a lungo prima di sentirne gli effetti e poi non se ne può più fare a
meno, perché se si riesce a resistere ai Kalashnikov che tutti indossano come
se fosse una cravatta elegante, alla polvere che si deposita a strati fino ad
indurire la pelle e all’assordante rumore dei clacson, lo Yemen ti
entra nel cuore e non ti accorgi di niente quando hai davanti agli occhi la
bellezza struggente di Marib, l'antica capitale del regno di Saba,
quando la vedi abbandonata al suo destino, ti dimentichi tutto il resto.
Dell’antico splendore rimangono solo i resti dei templi della Luna e del Sole, una parte della Grande Diga e poco altro. Sembra che
Gulliver si sia messo a giocare con la sabbia e abbia costruito tante case
sulla spiaggia, anche se lì non c'è il mare, c'è solo il silenzio forse più
che altrove e l'immancabile muezzin in lontananza ti ricorda che Allah è
grande.
Sarà forse il qat a rendere tutto
così lento e a far scomparire il tempo. Ovunque ci sono i minareti e le
preghiere rimbalzano di casa in casa, di muro in muro, perché Allah qui è
ovunque, anche nella sabbia.
Lo Yemen è un posto magico sospeso nel tempo, a cinque ore di aereo da Roma, due ore in avanti come fuso orario ma qui Maometto potrebbe ritornare senza accorgersi di essere stato via. "
Lo Yemen è un posto magico sospeso nel tempo, a cinque ore di aereo da Roma, due ore in avanti come fuso orario ma qui Maometto potrebbe ritornare senza accorgersi di essere stato via. "
Nessun commento:
Posta un commento