lunedì 19 gennaio 2015

VOLARE OH OH

L'anno nuovo è iniziato da poco e ho già intrapreso la lotta per non abbandonare i miei buoni propositi per il 2015. Uno di questi è scrivere il blog:  se dovessi smettere, siete autorizzati a lanciarmi ortaggi a vostra scelta, purché freschi e utili per fare un minestrone di ottima qualità.

Tra gli obiettivi più improbabili,  c'è quello di accasarmi.  Cosa mi ha spinto a formulare questo folle proposito, distante da me come il pianeta Terra lo è da Nettuno?


La risposta è in un evento che mi è capitato recentemente: ero su un aereo della compagnia che per convenzione chiameremo Anubi Airlines, seduta vicino al finestrino con un posto vuoto a lato e mi beavo della mia fortuna sfacciata, pregustando l'allugamento delle gambe con conseguente dormita fino a destinazione. Attendevo con trepidazione il decollo: l'aereo inizia a muoversi, la potenza dei motori aumenta, si avvicina il momento in cui le ruote si staccheranno dal suolo e il viaggio avrà inizio.

Stavolta no. Invece di decollare, l'aereo inchioda all'improvviso. 
Non so se gli altri passeggeri abbiano percepito la pericolosità di quella situazione, ma io ne ero consapevole. Ho una preparazione pari a quella di un perito aeronautico, acquisita guardando tutti gli episodi del mio programma Tv preferito: "Indagini ad alta quota" su DMAX, che in ogni puntata ricostruisce un incidente aereo. 

Dai miei rilievi posso affermare che l'aereo viaggiava  a poco meno di  250  km/h e frenare a quella velocità comporta un rischio. Sicuramente non avevamo ancora superato la V1, il cosiddetto punto di non ritorno, cioè la velocità oltre la quale il pilota non può arrestare il decollo perché se frenasse l’aereo andrebbe fuori pista.   

Ecco: negli istanti eterni in cui le ruote stridevano sulla pista, mi è mancato qualcuno al mio fianco. Un compagno, ma anche un passeggero qualunque a cui piantare le unghie nell'avambraccio.

Durante le tre ore successive a bordo, nell'attesa che l'aereo ripartisse, il destino ha presentato subito il primo candidato per occupare il posto più importante nel mio cuore, facendomi apparire un sorridente steward dell'Anubi Airlines che mi ha portato due caffè (non richiesti), un bicchiere d'acqua (non avevo sete) e ogni volta che passava vicino cercava di scambiare qualche parola.
Assistente  di volo:  "Ma dov'è che stai andando, donna che viaggi da sola dato che il sedile accanto al tuo è vuoto?”
Io:  “In Etiopia, ma non da sola,  assistente di volo curioso”
Lui: “Ma no, rimani in Escitto con me”  (occhi a cuoricino a profusione)
Io: “Quand’è che decolliamo, che ho una coincidenza da prendere?”

Avrei potuto accettare la sua proposta, ma non l'ho fatto e forse un giorno me ne pentirò.
Un marito assistente di volo ha i suoi vantaggi: non è una presenza opprimente, puoi chiedergli regali da ogni paese del mondo, è abile a versare tè e caffè senza versare una sola goccia.

A volte sono troppo esigente: è vero che somigliava tantissimo a Magalli,  ma era molto ma molto più alto.







1 commento:

  1. :-)
    Non si sarà mica trattato di una macchinazione dello steward per attirare la tua attenzione?

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Share it if you like it !